Il grande incontro
Un freddo assassino. Partiamo con la fu Palmobile in triade d'attacco Pitù-Veronica-Jolly su un Appennino innevato in pilota automatico. Direzione Bologna. Goal: Ginga-è-Bell.
Un Ginga è Bell carico di attesa... Attesa per colui di cui tanto avevamo sentito parlare, per cui tanto sudore avevamo versato, su cui tante speranze erano state riposte.
E' sufficiente la suspence?
Ok
Attesa per l'entrata in scena di Paahppi.
Arriviamo in Piazza Maggiore e ci agghindiamo da babbinatali. Berimbaus in postazione e inizia la roda. Io, ancora in preda a ansia e vergogna da cambio di stile, mi faccio una forza disumana e abbozzo un primo gioco con Veronica che forse non esce neanche troppo male (per fortuna non ci sono video e quindi lascio che la trasfigurazione nella memoria me lo faccia ricordare tale). Giocano tutti, giochiamo una ventina di minuti, ma della guest star nemmeno l'ombra. Non ci avrà mica dato buca, eh? Il nervosismo sale.
A un certo punto ti vedo uno in jeans, maglione e cappellino bianco da sci (T_esterna=0 °C) che spezza l'aria a grandi falcate, supera il pubblico, taglia la roda e zaaaaaaaaac compra il gioco.
Scambio eloquente di sguardi Jolly-Pitù, entrambe fissiamo Veronica che mette su quella sua aria da "io so e voi no, comunque, sì, è lui!", secondo scambio di sguardi Jolly-Pitù in stile "pronte per l'analisi a raggi X" e sei occhi puntati sul cappellino da sci.
Primo gioco, secondo gioco, terzo gioco... non mi ricordo quanto cavolo ha giocato ma mi ricordo di aver distintamente pensato "Oh che è, questo non si stanca?" Beata innocenza!
Finisce la roda, applausi, baci, abbracci, presentazioni.
"Paahppi"
"Pitù, benvenuto!"
Sintetici, essenziali. Il modus-operandi del nostro rapporto si è creato quel giorno.
Ce ne torniamo a Firenze alla volta della festa di laurea di un altro elemento niente male, la Pititinga.
Vin brulè al mercatino di Natale a Montagnola "Che ti devo dire Vero, non siamo mica poi cascati tanto male!"